

Quella al lattosio rientra tra le forme di intolleranza enzimatica più comuni. Come riportato dall’EFSA, si stima che in Italia il 56% della popolazione ne soffra. Si tratta, quindi, di un disturbo molto frequente che può causare fastidiosi disturbi (come dolore addominale, gonfiore, diarrea e flatulenza) dovuti al fatto che la flora batterica presente nell’intestino fermenta questo zucchero, che non è stato digerito perché manca l’enzima lattasi.
Per venire incontro alle nuove richieste dei consumatori sono sempre di più le aziende che utilizzano latte delattosato per confezionare prodotti adatti alle persone intolleranti. Tutti questi alimenti sono notificati come prodotti dietetici, in base al Decr. 111/92, attuazione della Dir. 89/398/CEE, ma dal 20 luglio 2016 è entrato in vigore il regolamento UE 609 del 2013 che introduce novità importanti. Vediamo cosa è cambiato.
Nuove norme per gli alimenti “senza lattosio”
Il 20 luglio 2016 è entrato in vigore il Regolamento europeo n. 609/2013, con le nuove regole per gli alimenti destinati ai lattanti e alla prima infanzia, per quelli a fini medici speciali, come i prodotti senza glutine, senza lattosio o per diabetici e per gli alimenti sostituivi dell’intera razione alimentare giornaliera per il controllo del peso nell’ambito di diete ipocaloriche.
Il testo sottolinea come l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità di questi prodotti dovranno fornire informazioni per un uso appropriato, senza essere fuorvianti, né attribuire loro la proprietà di prevenire, trattare o guarire il disturbo (in caso di intolleranze alimentari), né sottintendere proprietà di questo tipo.
Di seguito riportiamo le principali novità per gli ADAP (alimenti destinati ad un’alimentazione particolare); con specifico riferimento ai prodotti privi di lattosio:
- La categoria dei prodotti “dietetici” scompare dal quadro legislativo e, di conseguenza, la corrispondente dicitura non sarà più applicata ai prodotti alimentari
- Non saranno più consentite indicazioni del tipo “per diabetici” sugli alimenti, in quanto i diabetici potranno facilmente scegliere gli alimenti loro adatti, in base alla tabella nutrizionale e all’elenco ingredienti
- Per i prodotti senza glutine ci sarà un nuovo insieme di diciture sull’assenza di glutine o sulla ridotta presenza: la dicitura “senza glutine” potrà essere seguita dalle diciture “specificamente formulato per persone intolleranti al glutine” o “specificamente formulato per celiaci”.
Per le indicazioni riguardanti il lattosio:
- La nuova normativa elimina la dicitura “delattosato”, in quanto precedentemente associata alla dicitura “dietetico”. Si potrà usare al suo posto la dicitura “senza lattosio” per i prodotti contenenti una quantità di lattosio inferiore a 0,1 g per 100 g o ml e sulle cui etichette andrà aggiunta la dicitura “meno di …” (riportante la soglia residua di lattosio)
- Solo per i latti e i latti fermentati si potrà usare la dicitura “a ridotto contenuto di lattosio”, esclusivamente se il lattosio è inferiore a 0,5 g per 100 g o ml. Sulle etichette in questione andrà riportata l’indicazione che il tenore di lattosio è meno di 0,5 g per 100 g o ml
- Le due precedenti diciture dovranno essere integrate dall’indicazione: “il prodotto contiene glucosio e galattosio in conseguenza della scissione del lattosio”
- Per gli alimenti non contenenti ingredienti lattei l’indicazione “naturalmente privo di lattosio” deve risultare conforme alle condizioni previste dall’articolo 7 del regolamento (UE) 1169/2011.
Queste le novità principali apportate dalla nuova normativa, che come prevedibile è stata accompagnata da un forte dibattito. Ma il consumo eccessivo di prodotti senza lattosio fa bene alla salute e migliora la situazione di coloro che soffrono di questa intolleranza? Ecco, di seguito, quanto sostenuto dal nutrizionista Michele Sculati.
Gli effetti del lattosio sull’organismo
Chi soffre di intolleranza al lattosio può ridurre i sintomi e trarre benefici seguendo una dieta adeguata che naturalmente varia da caso a caso; per questo motivo è bene farsi seguire sempre da un nutrizionista evitando diete fai-da-te.
Le tesi a proposito sono diverse anche se è opinione di molti che eliminare definitivamente dalla propria dieta gli alimenti contenenti lattosio non sia la scelta corretta.
L’inserimento di latte e derivati nella propria alimentazione aiuta, infatti, a soddisfare i fabbisogni nutrizionali giornalieri di alcuni nutrienti “essenziali” che apportano ottime quantità di calcio, zinco, fosforo, selenio, vitamine ma anche proteine di alto valore biologico.
Eccedere nel consumo di alimenti privi di lattosio non è quindi la via corretta, o almeno è quanto sostenuto dal nutrizionista Michele Sculati. Secondo il medico, il consumo di piccole dosi di lattosio induce la produzione dell’enzima in grado di digerirlo, mentre se si elimina totalmente dalla dieta, paradossalmente, l’intolleranza si aggrava.
Inoltre, afferma Sculati, “latte e derivati sono un’importante fonte di calcio fondamentale per il corretto sviluppo e per il trofismo del tessuto osseo”, per questo è bene non eliminarli completamente dal nostro regime alimentare.
Fonti:
http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=0&codLeg=52396&parte=1 &serie=
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