

Moltissime persone soffrono di disturbi dovuti a un cattivo funzionamento della tiroide. Fortunatamente, ancora una volta, l’alimentazione può aiutare ad arginare i problemi che ne derivano.
Quando si parla di tiroide, tutto ruota intorno allo iodio, che è necessario assumere in quantità sufficienti. In che modo? Attraverso il sale ma anche grazie ad alcuni alimenti, che è bene includere nella propria dieta.
Qual è il ruolo della tiroide e cosa succede se non funziona bene
Stiamo parlando di una ghiandola piccola, nascosta nella parte anteriore del collo, che regola la produzione di ormoni importantissimi. Perché sono così importanti? Per capirlo basta pensare ai compiti che svolgono:
- regolano il metabolismo energetico del nostro organismo
- controllano lo sviluppo del sistema nervoso centrale
- influiscono sulla crescita
- hanno effetti sulla funzione sessuale
Quando la tiroide per qualche motivo non funziona correttamente, gli effetti sull’organismo possono essere molteplici e di entità anche molto importante.
I casi verificabili sono due:
- Ipertiroidismo: la tiroide rilascia troppi ormoni. Chi ne soffre manifesta svariati sintomi strettamente correlati a uno stato di metabolismo accelerato: il soggetto è solitamente magro, pallido, con un ritmo cardiaco accelerato, inoltre suda facilmente e spesso soffre di insonnia.
- Ipotiroidismo: è il caso contrario, ossia la tiroide “lavora poco” e dunque gli ormoni sono prodotti in quantità insufficiente. Le manifestazioni più evidenti di questa condizione sono aumento di peso, stanchezza, apatia, rallentamento del battito cardiaco.
Il sale iodato? Un toccasana!
Con la tiroide, insomma, non si scherza. Fermo restando che rivolgersi al medico è la prima cosa da fare nel caso si sospetti qualche disfunzione, con alcuni semplici accorgimenti alimentari possiamo contribuire alla prevenzione di questi disturbi.
Poiché infatti la carenza di iodio è la principale causa del malfunzionamento tiroideo, una alimentazione ricca di questo elemento diventa la principale alleata per contrastarlo.
Ecco che allora appare chiara l’importanza di usare sale potenziato allo iodio al posto di quello marino, in cui l’elemento prezioso si disperde durante il processo di essiccazione.
Di questa necessità ha parlato di recente il prof. Stefano Mariotto, docente di endocrinologia all’Università di Cagliari e presidente dell’AIT, Associazione Italiana della Tiroide. Nell’ambito di un incontro sulla “Iodoprofilassi”, organizzato dal Ministero della Salute e tenutosi presso Expo, Mariotto ha definito il sale iodato come “il miglior alleato della salute per la prevenzione delle patologie della tiroide”.
Tiroide e dieta: quali alimenti fanno bene
Il sale iodato è dunque un must. Ma sulla tavola di chi ha problemi con la tiroide non dovrebbero mancare anche alcuni alimenti ad alto contenuto di iodio. Ecco i principali:
- Pesce e crostacei: il consumo ideale è 2/3 volte alla settimana.
- Latte: contiene meno iodio rispetto al pesce e il consumo ottimale è giornaliero
- Formaggio, uova e legumi: anch’essi preziosi, devono essere assunti con regolarità
Una dieta equilibrata, che comprenda questi ingredienti, copre il 50-60% del fabbisogno di iodio. Se adottata in concomitanza all’uso di sale addizionato, non sarà difficile raggiungere i valori ottimali richiesti per il corretto funzionamento della tiroide.
È lecito chiedersi cosa succede se si assume più iodio di quanto sia necessario all’organismo. Ebbene, la quantità in eccesso, grazie a un sistema di autoregolazione, viene eliminata attraverso le urine.
Infine, dal momento che lo iodio viene disperso durante la cottura, è opportuno aggiungere il sale alla fine della preparazione.
Nei soggetti che soffrono di intolleranza al lattosio il consumo di latte e formaggi potrebbe però causare disturbi e malesseri; per non eliminare dalla propria dieta questa importante fonte di iodio è possibile fare ricorso agli integratori di enzima lattasi che permettono di assumere alimenti contenenti lattosio senza l’insorgere di sintomi.
Fonte: Nutrieprevieni.it
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