

Il burro è un alimento che da sempre fa parte della nostra tradizione culinaria, ma negli ultimi anni è stato messo all’angolo, bocciato e sostituito con grassi meno nobili come la margarina e gli oli vegetali.
«Buono, ma da usare il meno possibile, e solo quando non se ne può fare a meno»: quante volte abbiamo sentito questa frase?
Ma per il burro, è arrivata l’ora del riscatto. Chef e nutrizionisti stanno rivalutandolo come alimento sano e che non può mancare in una dieta equilibrata e completa.
Alcuni miti da sfatare
Il burro fa male? A dispetto della sua cattiva fama, il burro ha in realtà molte qualità, a partire dalla buona digeribilità*. Vediamone alcune:
-
Presenza di vitamine
Il burro è ricco di vitamine importanti, tra cui soprattutto la preziosa vitamina D, indispensabile insieme al calcio – presente in abbondanza nel burro come in tutti i latticini – per la salute dell’apparato scheletrico.
-
Supporto per i muscoli
I detrattori sostengono sia un cibo troppo ricco di grassi saturi, che possono far aumentare il livello di colesterolo nel sangue e rappresentare un rischio per il cuore e le arterie. Eppure il contenuto di colesterolo non è più alto rispetto ad altri piatti (250 mg/100g): se ne assume molto di più con una porzione di carne, di formaggio o di crostacei. «Gli acidi grassi (tra cui omega 3 e Omega 6) contenuti nel burro contribuiscono alla crescita e al rinnovo continuo delle cellule» ha spiegato Pierluigi Rossi – medico specialista in scienza dell’alimentazione intervenuto a TuttoFood di Milano nell’ambito dell’evento “Il riscatto del burro”. «È un alimento adatto a un organismo in rapida crescita, come un bambino o un adolescente, e fornisce un aiuto indispensabile ai muscoli in chi svolge attività fisica. »
-
Ridotto contenuto di calorie (rispetto all’olio)
Inoltre il burro è meno calorico dell’olio (758 calorie/100g contro le 900/100g): essendo un’emulsione, contiene circa il 15% di acqua, mentre nell’olio non c’è acqua, ma solo grassi.
* Per chi soffre di intolleranza al lattosio, naturalmente, la digeribilità del burro, così come gli altri latticini, non è così scontata.Anche se presente in quantità moderata infatti, come nel caso del burro, il lattosio può causare sintomi e disturbi. Una soluzione per evitare di doverlo eliminare dalla propria dieta è rappresentata dagli integratori alimentari di enzima lattasi che, assunti prima di consumare cibi con lattosio, forniscono l’enzima necessari a digerirlo.
In questo modo, è possibile evitare i disturbi dell’intolleranza senza rinunciare alle qualità del burro.
Quindi, perché rinunciare?
Per rispondere a questa domanda bastano tre semplici esempi:
- Torte: è innegabile che con il burro sono tutta un’altra cosa.
- Risotto: senza la mantecatura finale come può essere degno di questo nome?
- Ragù: non serve essere Bolognesi doc per ammettere che una noce di burro a crudo nel piatto dona una cremosità unica.
E, se ancora non bastasse, la passione dei nostri connazionali per il burro è innegabile: secondo i dati di Assolatte (Associazione Italiana Lattiero Casearia) infatti gli acquisti di questo prodotto nella grande distribuzione continuano a crescere e un italiano su tre lo considera insostituibile.
Un alimento gustoso e nutriente torna quindi sulle tavole degli italiani e, grazie a Lactease, anche su quelle di chi è intollerante al lattosio.
Gli articoli più letti


Intolleranza al lattosio: i sintomi che non sospetti
24 Marzo 2017
Salumi che contengono lattosio: una guida per chi è intollerante
29 Maggio 2017Gli articoli più recenti

Quando a scuola davano il latte
19 Gennaio 2038
Lattosio nel parmigiano: perché è sicuro per chi è intollerante al lattosio
30 Novembre 2017